Secondo la medicina psicosomatica, i disturbi di cui soffriamo sono un modo per far affiorare in superficie alcuni bisogni profondi, che solo cosi’ possono rendersi evidenti.

I disagi fisici sono la spia di una “crisi” che non riguarda soltanto il corpo: per guarire davvero dobbiamo ritrovare un equilibrio in cui ha un ruolo chiave il nostro atteggiamento mentale.

Oggi parliamo di GASTRITE

La gastrite e’ un’infiammazione della mucosa dello stomaco le cui cause sono tutto cio’ che aumenta l’acidita’ gastrica o diminuisce le barriere protettive della mucosa, come stress psicologici o ingestione di agenti corrosivi, tossici o farmacologici.

Nelle forme acute, la persona avverte forte dolore o bruciore nella parte alta e centrale dell’addome che si irradia talora al petto quando e’ coinvolto anche l’esofago, nausea e vomito.

Nelle forme croniche e’ presente senso di pesantezza, bruciore, gonfiore addominale, digestione laboriosa con eruttazione.

SIGNIFICATO SIMBOLICO :

Vivere situazioni indigeste che non riusciamo a “mandar giu'” del tutto

Nella lettura psicosomatica , il cibo che ingeriamo e’ ricco di significati simbolici: se viene cucinato dalla persona amata e’ carico di dolcezze e di affetto.

Se mangiato in compagnia di un “nemico” puo’ essere condito di odio.

Se proviene dal nostro paese di origine, puo’ rivelarsi digeribilissimo e squisito.

Se appartiene ad una tradizione culinaria sconosciuta, puo’ bloccarsi sullo stomaco per ore e ore.

Per questo la gastrite rappresenta una difficolta’ di accettare e digerire la realta’.

In particare, esprime il desiderio di portare dentro, di incontrare qualcuno o qualcosa di cui si ha voglia ma che, contemporaneamente, contiene elementi sentiti come pericolosi e inaccettabili.

Se non si riesce a risolvere questi conflitti, si crea una grande frustrazione, che a sua volta da’ origine a rabbia e aggressivita’.

Il gastritico tiene dentro e scarica, sul suo stesso stomaco, tutta la tensione accumulata.

I sintomi parlano chiaro: il bruciore e’ il fuoco interiore che arde inespresso; i dolori, spesso in forma di crampo, esprimono il disagio per non riuscire a manifestare se stessi; la nausea e’ un rifiuto della situazione; il vomito e’ un rigetto; l’inappetenza con la chiusura di stomaco denota l’indisponibilita’ ad accettare piu’ di quello che si e’ gia’ accolto; la digestione laboriosa esprime la difficolta’ nell’accettare il cibo-ambiente, cibo-situazione che sono fonte di problemi.

CHI E’ PIU’ A RISCHIO

Persone che sebbene adulte presentano ancora forme di dipendenza dal partner o dalla famiglia di origine e non hanno quindi sviluppato autonomia, soprattutto non la sentono legittima.

L‘autostima e’ a corrente alternata e molto suscettibile del giudizio esterno.

Hanno un fastidioso senso di colpa pronto a scattare ogni volta che provano ad affermarsi.

A volte, proprio attraverso la presenza del mal di stomaco, riescono a sottrarsi a situazione controverse.

Hanno atteggiamento ansioso, a volte manifesto, a volte mascherato, e una certa tendenza a bloccarsi in corrispondenza di momenti cruciali di trasformazione esistenziale.

SUGGERIMENTI

Puo’ essere utile un corso di autostima per sviluppare legittimita’ nel dire no a richieste eccessive o fuori luogo, e per avvalorare le proprie istanze di indipendenza e autonomia.

 

(RIZA/psicosomatica)