Stress e’ una voce inglese che significa sforzo. In senso medico significa reazione dell’organismo a uno stimolo esterno esercitato da una condizione fisica e psichica.

Il concetto si e’ poi allargato e oggi indica lo “stato di tensione, o di resistenza, che un’organismo oppone a forze esterne (stimoli) che agiscono su di esso”.

Il concetto resta sempre lo stesso, solo che la risposta dell’organismo non e’ letta solo come tensione che insorge difronte a stimoli nocivi, ma come tensione che sorge comunque di fronte a qualsiasi tipo di stimolo che richiede uno sforzo. (anche per cantare su un palcoscenico, per correre, per fare l’amore, e’ necessario infatti, che l’organismo mobiliti la sua energia).

La risposta di stress (questa mobilitazione di energia) puo’ essere quindi innescata da un’ampia gamma di stimoli, detti stressor.

Appare evidente che una reazione di allarme o resistenza e’ utile all’organismo per affrontare una qualche prova, ma che questo stato alterato non e’ ottimale per la normale funzionalita’ del corpo.

Per affrontare l’evento l’organismo mobilita energia. Per mobilitare energia deve cambiare alcuni suoi parametri anche a livello ormonale; questo cambiamento si chiama adattamento, poiche’ si verifica per adattare l’organismo alla nuova situazione impegnativa. Il problema diventa allora quello di come l’organismo riesca ad adattarsi (modificarsi) alla presenza di stressor.

Il modo in cui l’organismo risponde allo stress e’ considerato la base del modello generale della malattia psicosomatica e si articola in tre differenti fasi:

1- Allarme – E’ la fase iniziale della reazione di stress in cui l’organismo chiama a raccolta tutte le sue risorse disponibili per l’azione immediata.

2- Resistenza – l’organismo si organizza in senso stabilmente difensivo.

3- Esaurimento – lo stressor si e’ esaurito naturalmente o l’organismo non regge piu’ un prolungato stato di resistenza. In ogni caso si ha un crollo sistemico e le difese si abbassano.

1- ALLARME: l’organismo percepisce, a livello consapevole o inconsapevole, un fattore di stress, ossia qualcosa di inaspettato, nuovo, in grado di rappresentare un impegno, una difficolta’ o un potenziale pericolo. Lo stressor puo’ essere di natura psicologica (lite improvvisa, preoccupazione, ect.) , di natura fisica (freddo violento, un trauma, ect.) o di natura biologica (infezioni, intossicazione alimentare, ect.). La reazione biochimica e’ la stessa. A questo punto il nostro corpo provoca una serie di cambiamenti chimici ed elettrici, strettamente collegati al sistema endocrino che, con l’aumento dell’adrenalina innalzano la temperatura corporea, frequenza cardiaca, bilancio idrico, respirazione, pressione sanguigna, ect… Le funzioni digestive si arrestano provocando il senso di nausea, inoltre diminuisce l’irrorazione sanguigna nelle aree del cervello specializzate all’elaborazione delle informazioni e alle soluzioni dei problemi, con aumento dell’inquietudine e diminuzione della concentrazione mentale. Siamo in preda all’emozione.

2- RESISTENZA: la durata della reazione da stress dipende da questa fase. E’ la fase in cui ci si adegua, bene o male alle nuove circostanze. L’evento fondamentale e’ la produzione eccessiva di cortisolo che, come conseguenza, ha l’abbassamento delle difese immunitarie. Se il periodo e’ breve non provoca nessuna preoccupazione, ma in caso di stress cronico, dispone la persona a contrarre malattie infettive e aumenta la predisposizione alle malattie autoimmuni. Molte persone rimangono in questa fase per lunghi periodi, con un ritmo cardiaco accelerato e muscoli scheletrici tesi, sono coloro che non riescono a rilassarsi, e coloro che diventano dipendenti da caffeina e droghe, al fine di prolungare oltre i limiti naturali, e quindi anche la fase di resistenza.

3- ESAURIMENTO : quando il pericolo e’ percepito come superato, inizia la fase conclusiva della risposta da stress, che ha lo scopo di assicurare all’organismo il giusto riposo. Se la fase di resistenza e’ stata breve, la fase di esaurimento si presenta come un calo di energia spesso associata a un periodo di sollievo, se la fare di resistenza e’ stata troppo lunga, anche quella di esaurimento lo sara’ e avvengono debilitanti momenti di crollo psichico fisico talvolta pericolosi.

Ogni richiesta che sia fatta a un organismo puo’ essere percepita come uno stress, la cosa importante e determinante, e’ come l’organismo stesso risponde, e quindi la sua capacita’ di tollerare lo stato di tensione. Tutti noi siamo in grado di tollerare stress episodici e di lieve entita’, solo gli stress troppo prolungati o intensi costituiscono un’aggressione eccessiva e quindi un possibile pericolo.

Benche’ la risposta da stress sia prodotta da situazioni di stimolo anche fisiologiche (sport,sessualita’, lotta, ect.) oltre che da situazioni potenzialmente dannose, e’ pero’ previsto che una volta che l’energia sia stata mobilitata dalla reazione di allarme si scarichi poi nell’azione (lotta,fuga,accoppiamento,caccia,ect.) di modo che lo stato di tensione si esaurisca o sia allontanato, permettendo cosi’ all’organismo di tornare al suo normale funzionamento.

Se questo non avviene, la resistenza sara’ lunga e allora sopravviene la patologia. Lo stress non rappresenta in se stesso una condizione patologica, ma puo’ produrre patologia se e’ eccessivo o troppo prolungato.

Non dimentichiamo pero’ di fare una riflessione: il come sappiamo vivere lo stress, e’ una cosa del tutto personale. E’ la quantita’ e la qualita’ delle emozioni che si accompagnano alla risposta di stress che la rendono differente per ogni individuo, semplicemente perche’ sono legate al nostro vissuto, alle nostre risorse, ai mezzi che ognuno di noi ha per fronteggiare il momento.

Lo stress non dobbiamo pensarlo solo come uno stimolo o un trauma improvviso, la nostra vita ci mette a confronto con tipi di stress diversi, magari meno intensi ma molto duraturi nel tempo come per esempio prendere il treno tutti i giorni per andare a lavorare, essere costretti a una vita di coppia non soddisfacente, lunghi periodi di malattia, l’assistenza per lungo tempo di familiari con disabilita’….Tutte queste situazioni costringono i livelli biochimici del sangue a rimanere in uno stato alterato ed e’ come se fossimo sempre in stato di allerta/resistenza e non riusciamo a tornare ai parametri normali. La conseguenza e’ che anche in questo caso il nostro corpo ne risentira’ ed esprimera’ come potra’ il suo disagio, lanciandoci dei segnali importanti che non dobbiamo sottovalutare.

Riassumendo, la nostra tolleranza allo stress e’ del tutto soggettiva: ognuno di noi ha soglie diverse e risorse diverse che permetteranno di gestire piu’ o meno facilmente i periodi di maggiore impegno. Il corpo ci avverte che stiamo raggiungendo la soglia di massima sopportazione. La malattia arriva come ultima spiaggia, quando i livelli di tolleranza sono stati superati, e quando i primi sintomi non sono stati ascoltati.

 

(appunti di studio -OLIGENESI )